Piazza Scala

 


foto di Corna ad un convivio dell’UCPersonale (anni 50)
gentilmente inviata da Luca Bizzarri

 

Rosanna Schiattone, autrice di una tesi su Vittorio Corna, grande Capo del Personale Comit cui si deve gran parte della collezione d'arte della Banca Commerciale Italiana che forma il nocciolo duro delle "Gallerie d'Arte - Piazza Scala", ci ha scritto un'interessante articolo che integralmente pubblichiamo.
Non sappiamo se cercare l'oblio sia stata una precisa volontà di Vittorio Corna: se così non fosse riteniamo che la Comit si sia dimostrata irriconoscente (e non sarebbe l'unica volta).
Ringraziamo Rosanna che ci ha dato da pensare: in particolare possiamo dire che non sempre la Banca Commerciale Italiana ha mostrato riconoscenza verso chi l'ha fatta grande.
Ai colleghi milanesi e in particolare all'Associazione AMICI COMIT - PIAZZA SCALA sottoponiamo l'idea di Rosanna Schiattone e Fernando Mazzotta (cfr. infra), che facciamo nostra: che ne dite di far incidere una lastrina di marmo da mettere sulla sua tomba? A Pizzi/Marini/Vasta suggeriamo di organizzare una delle prossime "pizzate" in modo da andare prima al Musocco per portargli un fiore e sostare qualche minuto in raccoglimento. Sarebbe un bel modo per ricordarlo e siamo sicuri che gli farebbe piacere.

Fateci conoscere la vostra opinione utilizzando questo form

 

 

Premettiamo innanzitutto che i nostri lettori si sono dichiarati quasi tutti d'accordo (sia pure  con qualche distinguo) a inserire una piccola lapide sulla tomba di Vittorio Corna: di seguito riportiamo (in forma anonima) i numerosi commenti pervenuti.
Abbiamo ricevuto una nuova mail da Rosanna Schiattone che dovrebbe permetterci di identificare il luogo esatto della sepoltura:
"Vittorio Corna é sepolto al Cimitero Maggiore. I suoi resti mortali sono esumati il 22.3.2005 dal Campo Decennale Fossa 171. In data 5.4.2005 alle ore 8.30 i resti vengono spostati dalla zona deposito al Reparto 122, nell'ossario n. 10269, ossario di testa 12 fila inferiore, dove si trovano attualmente. La lastra marmorea non riporta il suo nome, ma solo il numero di sepoltura."

I commenti dei nostri lettori

N.B.: alcuni colleghi (cinque), sia pur in netta minoranza, hanno espresso il loro dissenso all'iniziativa.

Da Rosanna Schiattone (autrice della tesi su Vittorio Corna) agosto 2014: Per caso ho riguardato questa bellissima pagina che avete dedicato a Vittorio Corna. Che emozione, che orgoglio!!!! Che belle persone siete. Ecco una risposta che Elena Violano, la nipote di Corna, mi aveva dato in uno dei nostri messaggi su fb, visto che lei é in India, mentre le chiedevo il suo parere su una vostra possibile iniziativa di una targhetta di marmo per il nonno:
"Se ti capita per favore fai presente di questo fatto del nome e della foto, e' molto importante. Io non ne sapevo niente, sono sicura che alla Banca Intesa di Milano ci sia ancora qualcuno che ha conosciuto il nonno di persona e potra fare questo per lui. Io sono tantissimi anni che non vado piu' a Milano, non mi ricordo neanche piu' quanti e ora quando veniamo per poco tempo, con il bimbo piccolo... e' un gran casino. La nonna e la mamma sono state cremate come mi avevano chiesto. L'urna con le ceneri della mamma l'abbiamo tenuta in casa finche' non e' morta la nonna. Lei mi aveva chiesto di disperdere le sue ceneri in mare ma poi ho scoperto essere proibito aprire l'urna. Cosi' l'abbiamo tenuta in casa. quando e' morta la nonna ho fatto mettere le due urne insieme al cimitero di Viareggio. Dopo non ci sono piu' stata, nessuno di noi e' religioso e per me i cimiteri non hanno molto senso. in India i morti vengono cremati e le ceneri vengono sparse nei fiumi sacri. Niente lapidi niente cimiteri. Il ricordo resta comunque nelle persone. io la penso come loro. Ma in Occidente si da molto importanza ai cimiteri, lapidi, fiori etc. quindi credo che il nonno si meriti tutto cio'."

Grazie siete davvero incredibili!!!

N.d.R.: vengono quindi a cadere le riserve espresse per un mancato accordo della famiglia; se lo desideriamo, e a quanto sembra lo desideriamo veramente, possiamo apporre una piccola lapide sulla tomba del collega.

Tutto ciò che viene fatto nel nome della Comit se è a favore della sua memoria e delle persone che ne hanno fatto parte è sempre troppo poco e non sana certo la tragedia perpetrata da noti briganti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono veramente lieto che qualcuno abbia ricordato il Dr. Corna. Dalla mia esperienza di trentadue anni di COMIT,di cui trenta al Servizio Personale, posso con certezza dire che egli fu dapprima un ottimo dirigente Comit e poi un Capo del Personale validissimo. Non voglio entrare a valutare le sue personali idee, da alcuni anche criticate, ma non so su quali basi valide lo facciano. Io però debbo dire che come capo del personale mantenne certamente altissimo il prestigio del Servizio e quindi anche della COMIT. Mente lucidissima, velocità sul lavoro eccezionale, intuizione e risoluzione dei problemi sempre a portata di mano: basti dire che noi capi ufficio eravamo lieti che i vari vice andassero in ferie, per trattare direttamente con lui i problemi del lavoro quotidiano. E' lui che ha dato una svolta a molti gravi problemi,soprattutto in campo previdenziale con il Fondo Pensioni. Per quanto riguarda la sua persona era amabile (anche se in apparenza poteva!
non apparire) con i collaboratori, anche di rango impiegatizio, sempre gentile: basti ricordare che dalle ferie mandava a tutti una cartolina di saluto. La sua uscita coincise con l'inizio della "decadenza" del Servizio e alla fine con quella della COMIT. Grazie Dr. Corna! Io sono disponibile a partecipare a eventuali proposte per mettere il suo nome in una lapide.
Mi sembra doveroso.

 

 

 

 

Ritengo che la volontà dei defunti vada sempre rispettata, per cui penso che l'iniziativa della targhetta, per quanto meritoria, sia inopportuna e, in ogni caso, debba essere condivisa e "autorizzata" dalla nipote. Ciò non toglie che si possa in qualche modo ricordare e rendere omaggio ad una figura cosi autorevole ed importante per la storia della Comit e non solo.
Bene: sono molto contenta per questa iniziativa.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho incontrato una sola volta il Dr. Corna: avevo appena compiuto 31 anni, era la primavera del 1980, ed era l'ultimo giorno dei colloqui/esami per la tanto agognata procura. Come penso sia capitato anche agli altri  tanti colleghi, fui ricevuto accolto nel Suo ufficio: non mi ricordo cosa mi disse, ma al pensiero di quel momento ancor oggi mi emoziono.

Assolutamente non sono in grado di dare un giudizio sul "personaggio", ma la cordialità dimostratami lo accomuna in pieno ad altri "grandi" della banca. La Comit mi ha insegnato molto sia professionalmente che umanamente.

Ritengo che ciò sia dovuto all'opera di questi insigni personaggi.

Semel COMIT , semper COMIT !

( facciamo nostro un motto scout , un saluto a tutti.
Pur avendo frequentato spesso la D.C. negli anni '60/'80 non ho avuto modo di conoscere personalmente il Dott. Corna.
Sarebbe interessante raccogliere le testimonianze di chi lo ha conosciuto. Io lo ho visto solo qualche volta, ma l'unica volta che mi ha dato retta è stato quando abbiamo parlato di arte moderna. Mi ha anche regalato il catalogo di una mostra di cui si era occupato, ma non so dove sia finito. E' meritorio ricordare quanti hanno fatto ( e mantenuto) grande il nome della Comit.

 

 

E' un uomo da ricordare....

Gran bella iniziativa.

Cari amici, Sono disponibile a partecipare alla lapide del Dott. Corna. Fatemi sapere.

In vita è sempre stato molto temuto e non ha suscitato molte simpatie.
Comunque un fiore non lo si nega a nessuno.
Mi piace l'idea della piccola targa. Un po' in ritardo ma va bene lo stesso. L'importante è che i famigliari approvino.

 

 

 

Certo Bazoli è un bell'originale. Toglie il nome B.C.I. Racconta palle sonore sugli ultimi anni Comit. Si fa un museo da quel falso modesto che è sulle spalle di Ferretti e Corna. Io sono pronto per la lapide ma non vedrei male una richiesta a Bazoli (sedicente banchiere cattolico)di sovvenzione.... cavolo gli hanno regalato un museo!!!!!!

Sono assolutamente d'accordo! Le insegne da Ufficiale me le ha messe lui nel lontano 1971, dopo alcune giornate di esami e di batticuore!

Ricordo Vittorio Corna con grande deferenza. In occasione del 1' colloquio, in attesa di procura, allora ero a,s, a Lucca, mi disse : "tranquillo, la manderemo vicino" e mi toccò Martina Franca (ca 800 Km.). Ma era un GRANDE!!!!
Sono d'accordo. Il merito di aver creato l'importante galleria d'arte della Comit è senz'altro in massima  parte di Vittorio Corna.

 

 

 

Grazie Rosanna. Sono entrato in Comit nel 1971: del Dirigente conoscevo abbastanza, del personaggio poco, anche se sono stato ricevuto alcune volte da Lui. Che traiettorie umane straordinarie abbiamo appena sfiorato, che peccato non aver potuto condividere di più queste storie esemplari. Un abbraccio ai Colleghi milanesi, ai quali mi unisco in questo sentimento di profonda riconoscenza.

Facciamo qualcosa... intanto ne parlerò con mia mamma, che lo conobbe bene quando lavorava in Comit.

E' una iniziativa lodevole. I Grandi della Comit devono essere sempre ricordati e rispettati.

In tanti cercano di far dimenticare cosa è stata la COMIT perno e stella del sistema bancario con il Fondo Pensioni, la Cassa sanitaria e la Dirigenza che pensava al bene della Banca e a quello dei dipendenti.

Corna è uno degli esempi.
Chi oggi  può dare risposte  è Ferretti. Circa la lapide credo che Corna fosse ateo e questo spiega tutto . Quindi per rispettare la sua volontà' nessuna lapide Una segnalazione invece sarebbe doverosa dove sono esposti i quadri in Piazza Scala .
D'accordo per la piccola lapide (mi prenoto per la quota). Per il resto - date retta a me che conobbi Corna molto bene - non fate nulla perchè egli da buon comunista, qual'era, rifuggiva da ogni cerimonia.

 

 

Si. L'ho conosciuto personalmente anche se il nostro colloquio è durato pochi minuti in occasione di una mia convocazione in D.C.
Una persona degna,squisita e gentile. Non faceva pesare,come altri, la sua alta carica. L'ho visto anche in occasione di una sua visita a Catania quando ero un pivello alle prime armi Ringrazio l'autrice della iniziativa.
Davvero una bella figura da ricordare! In realtà non so se sarebbe contento, ma se "siamo contenti" noi, io ci sto.


Piazza Scala (A. Izeta)

 

 

 

Scrivo perché ho un momento tranquillo. Volevo dire un particolare su Vittorio Corna, ma ero molto insicura su come dirlo e quando. E' una cosa un po' particolare e non so se può essere di interesse e se si può fare qualcosa. Intanto te la dico poi mi dici tu se può avere qualche seguito o se può interessare qualcuno di voi ex dipendenti Comit. Bando a tutte queste premesse!

Inizio.

L'anno scorso quando ero agli inizi della mia ricerca sulla biografia di Vittorio Corna e andavo a tentoni perché non risultava esserci nessun suo parente cui rivolgersi per chiedere alcune cose su di lui, sulla sua vita, insomma... mi sono recata al cimitero, al Musocco, perché volevo "incontrarlo"... insomma, vedere una sua foto, avere una forma di contatto visivo... non saprei dire, é che mi sono affezionata a questa figura.

Forse é normale che succeda così, si parteggia per partito preso quando decidi di fare una ricerca su una persona sconosciuta, guidata da un'intuizione. Gli si vuole bene per partito preso.

Non so quanto di scientifico ci possa essere in questo, poco e niente... non so neanche se va bene iniziare una tesi in questo modo, con queste premesse. Ma io l'ho presa come una sfida... appunto ho preso un partito!

Però sono stata molto fortunata perché poi, nel corso della ricerca, ho capito che Vittorio Corna era davvero una persona non comune.

La mia tesi andrebbe sviluppata. Ho dovuto fermarmi proprio "sul più bello", mentre avevo appena iniziato a parlare del modo di documentarsi di Corna sull'arte, dei suoi articoli conservati e appuntati meticolosamente, dei cataloghi di mostre d'arte dei più svariati luoghi, conservati con cura...

Ci sarebbe davvero da fare una tesi, solo su questo, ma ho fatto solo una premessa, ho abbracciato la storia della Comit, mi sono dilungata sulla vita di Mattioli e sulle sue iniziative.

Forse tutto ciò andava scelto e selezionato e accennato nelle sue parti più importanti, per dare più spazio al lavoro di Corna. Ma é andata così.

Potrei riprendere in mano la documentazione raccolta all'archivio e andare avanti, per conto mio. Anzi, lo farò.

Però mi sto ancora dilungando, non sto venendo al punto.

Ti dicevo della mia visita lo scorso anno al Musocco. Era una giornata molto calda, forse come oggi.

Il mio incontro con Corna é stato molto... particolare. Forse potrei fartene un piccolo racconto, un'altra volta.

Il fatto é questo, che dopo innumerevoli giri a piedi tra polvere e caldo, finalmente trovo un guardiano in bici che mi accompagna alla tomba, i cui riferimenti ero riuscita ad ottenere a una macchinetta che si trovava all'entrata.

C'é tutta una spiegazione, poi sono riuscita a ricostruire perché e come... ma di fatto il punto é questo.

Corna, ciò che resta di lui, sta in un piccolo loculo. Il loculo ha una lastrina di marmo bianco che riporta a pennarello un numero. Tutto qua. La tomba di Corna la si può ritrovare con il numero di lotto e il numero del loculo.

Non c'é nome, niente che possa riportare alla sua persona, né data... nulla.

Alla fine, non so, forse é un modo originale di testimoniare, fino alla fine, una vita e una morte fuori dal comune, ma al tempo stesso comune.

Forse non avrei dovuto scandalizzarmi più di tanto. Magari Corna sorriderebbe di me tutta accaldata che mi scandalizzo. Magari va bene così.

Non so.

Ci vorrebbe poco, pochissimo, a fare incidere una lastrina di marmo, e farvi mettere nome, date, una foto.

Difficile che qualcuno porterebbe un fiore! Nemmeno io lo farei, magari una volta per tutte.

Dovevo dire questa cosa. Io non so se c'é chi si ricorda di lui, se c'é chi gli ha voluto bene tanto da prendersi la briga di prendersi questa iniziativa.

Dopo tante ricerche sono arrivata alla nipote, Elena, proprio mentre stavo chiudendo la tesi. Lei era in India. Ha un bambino piccolo, avuto dal marito indiano. Torna a Viareggio a fine aprile e ci sta alcuni mesi. Le ho detto questa cosa del loculo senza nome. Non riesce a venire a Milano ed occuparsene, per via del bambino. Comunque é una giovane donna che ha lasciato tutto e torna ogni tanto all'amata Viareggio, forse l'unico legame che le é rimasto con il nonno, che la adorava. Lei ammette che con i quadri della collezione del nonno ci hanno vissuto lei sua madre e la nonna. Elena ha perso tutti prematuramente, padre, madre, nonni. Quando é rimasta sola é andata in India ed é molto orgogliosa di essere riuscita a costituire una famiglia.

Forse é meglio che un giorno mi metta a pensare sul serio di fare un libro su Corna!

Rosanna Schiattone

 

 

Un commento di Fernando Mazzotta:

 

E' quasi commovente leggere queste riflessioni di Rosanna Schiattone su Vittorio Corna. Aleggia una forma di dispiacere per questo personaggio che sia professionalmente che come mecenate e cultore d'arte ha dato molto a tantissima gente, noi compresi, e le cui spoglie ora giacciono dimenticate in forma anonima nel cimitero di Musocco (non so dove sia, ma ha poca importanza) in un loculo identificabile solo attraverso un numero segnato con pennarello su una lastrina. Mi torna in mente la conversazione telefonica scambiataci nei giorni scorsi a proposito della cremazione e della dispersione delle ceneri....
Qualcuno in ogni caso si è curato di far dare sepoltura alle spoglie mortali di Vittorio Corna anche se dal racconto mi sembra di intuire che sia morto, solo senza che qualcuno si sia poi preso cura di adornare almeno con una scritta il suo loculo. E, mi sorge il dubbio, non è che ci sia stata una espressa volontà lasciata in eredità dal de cuius ai suoi di ricevere sepoltura
anonima??????? Se così non fosse e non ci dovesse essere opposizione da parte di qualcuno legittimato a farlo si potrebbe anche pensare di lanciare una colletta fra gli ex della famiglia Comit per personalizzare la lapide del loculo, magari riuscendo a reperire nei nostri vecchi archivi una qualche foto per rendere un omaggio a quest'uomo che tante parte ha avuto nella storia e nella formazione della Comit e di moltissimi di noi.

 

 

 

Vittorio Corna nacque il 4 ottobre 1916 ad Albino (Bergamo) dal padre Valerio, ingegnere e originario di Torre Maggiore (Foggia) e da Margherita Biroli. Dopo la maturità classica a Viareggio, si laureò in giurisprudenza a Pisa nel 1939 con la tesi "Aspetti del movimento antiformalistico contemporaneo. L'indirizzo teleologico tedesco e le più moderne correnti del pensiero filosofico-giuridico italiano".

A. Carriera alla Banca Commerciale Italiana
Fu assunto dalla Comit il 1° marzo 1940 presso la filiale di Lucca, ma passò subito alla Sede di Milano e nel 1942 al Servizio Personale della Direzione Centrale. Sottotenente degli Alpini durante il servizio militare, fu richiamato alle armi nel 1941 solo per alcuni mesi.
Fece una rapida carriera interna: promosso vicedirettore nel marzo 1950, diresse da questa data la Sezione Italia dell'Ufficio Centrale del Personale, con controllo sulla Sezione Contenzioso-Sindacale. Dal 1° giugno 1951 divenne capo dell'Ufficio Centrale del Personale, carica che tenne fino al 1961. Fu promosso condirettore centrale nel dicembre 1966, capo del Personale della Banca dal luglio del 1967 al posto di Silvio Cipriani, e divenne direttore centrale nel dicembre 1968.
Fu anche presidente dal 1967 al 1981 del Fondo Pensioni per il Personale della BCI e della Smeep.
Nel 1981 uscì dalla Comit, per pensionamento, ma mantenne un incarico di consulente per le collezioni d'arte e fu presidente dal 1982 dell'Assicredito. Morì a Milano il 15 maggio 1989.

B. Collezionista e critico d'arte
La sua attività di critico e collezionista iniziò alla fine degli anni Quaranta, durante la quale strinse rapporti di amicizia con arti­sti, galleristi e critici. Corna quindi finanziò tramite la Comit, nel suo ufficio di capo del Personale, le principali tendenze italiane artistiche dal secondo dopoguerra in poi, dal Neocubismo degli anni Cinquanta, alla Pop Art degli anni Sessanta, fino all'Arte Concettuale e all'Arte povera degli anni Settanta. La collezione d'arte della BCI era quindi strettamente connessa al nome e al lavoro di Vittorio Corna che, affiancando un interesse da amatore ad una conoscenza approfondita dell'arte italiana contemporanea, contribuì a determinarne l'impronta generale.

 

La collezione d'arte della BCI è strettamente connessa al nome e al lavoro di Vittorio Corna che, affiancando un interesse da amatore ad una conoscenza approfondita dell'arte italiana contemporanea, ha contribuito a determinarne l'impronta generale.
Se la sua attività di critico e collezionista, nonché i rapporti di amicizia con arti­sti, galleristi e critici, sono una testimonianza dell'aspetto pub­blico della sua passione per l'arte, queste carte ne rivelano invece il lato nascosto: uno studio solitario e paziente del complesso periodo di arte ita­liana com­preso tra la 2^ guerra e i giorni nostri. Una raccolta minuziosa di articoli e saggi, con frequenti sottolineature e annotazioni, opuscoli, cataloghi e appunti sono il frutto di numerosi anni di ricerca e di studio.

 

da: Archivio Storico Intesasanpaolo

 

 

 


 

 

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Piazza Scala - giugno 2014